La città è diventata un fantasma;
un fantasma che cammina per le strade;
un fantasma che sta nell’aria;
un fantasma che spaventa le persone,
le porta all’isolamento.
Ma le persone non sono nate per essere isolate:
le persone sono nate per socializzare.
E così, il loro spirito pieno di colori,
diventa solo, triste, vuoto e arrabbiato;
diventa bianco.
Bianco come il fantasma che cammina per le strade,
bianco come questa città,
triste come le strade
e solo come le case.
Anna Arfini 3C
In questi giorni
In cui ognuno creando distacco
Indossa il proprio titolo
Re e regine
Rivogliono indietro
La loro libido
Autoeletti, incoronati
Senza esser stati
In princìpio, prìncipi
In catene, in solitudine, imprigionati
Oggi re e schiavo
Pargono simili
Nei limiti di crisi inverosimili
Lorenzo Di Stasi 3C
Sospiro, attraverso il mio spiraglio
sopra i tetti mi sfuoco desolato
in quel deserto ch’è grigio e murato
di solitudine in pietra mi squaglio
La monotonia monumentale
nel mare in metallo, marmo e mattoni
di nulla e di noia i miei polmoni
sommerge onnipotente e innaturale
Ma su l’azzurro con screzio screziato
con grida di piume e sguardi di luce
va avanti a cantare – divina corte!
Perché in vero al Sole mai è importato
se i dannati al divenire fugace
con un sol sospir trovassero morte.
Stefano Foletti 3C